After our OFFF presentation we had the chance to do a nice interview on The Overview.

The Google Creative Lab is a small team operating without a specific focus area within the cooperation. Comprised of diverse creatives with varied skill sets, they bridge the gap between users and the products generated by Google’s researchers and engineers. Their ultimate goal is to reach as many different people as possible. The process is far from straightforward due to the absence of established briefs, guard lines, timelines, or protocols. Or, to say it in the words of designer Riley Yankowich during their presentation at the design festival OFFF in Barcelona : “When you live in a world of make-believe, you can’t rely on the power of tech and science alone. You have to rely on a world of fiction, emotion, and surprise, a suspension of reality to imagine the future.”

My monster got a fantastic feature on Plain Magazine.

Nicola Gastaldi is a London-based motion designer and animation director who has a pretty impressive creative background. Currently working at Google Creative Lab, Gastladi is also a director at Unit9, a lecturer at UAL and a mentor at Created Academy. With over fifteen years of experience in his field, he’s collaborated with Ogilvy, Jack Morton, Universal Everything, Smoke & Mirrors and more. His work has also garnered attention over all over the web, proven by two Vimeo Staff Picks and an Excellence Award by Gif Magazine, exhibitions at London’s Design Museum, and projects that won various awards worldwide.

But while his professional work delves into more technical aspects, the artist still puts in the time to create personal projects. His series Monsters and their Buddies is an endearing collection of GIFs featuring colourful shape-shifting monsters who, despite their sinister title, bring a smile to our faces rather than strike fear into our hearts. The simplicity of his blocky illustrations paired with the old-school GIF repetitiveness we all love is like a visual stress ball — these kawaii monsters definitely get our thumbs up. Also along the lines of personal projects, visit his Instagram account, @gastaloop, where he posts 100 gifs in 100 days. Fun!

Discover more of Gastaldi’s work on his website.

 

A wonderful interview about my career on Cinema4D Maxon website.


An interview about the state of projection mapping on 8 e mezzo, one of the best cinema and visual italian magazines.
You can download the full September 2017 issue.

Nicola Gastaldi, classe 1979, vive a Londra e fa il lead 3D artist. Dopo la laurea inizia a lavorare nella redazione di Magnolia Tv, quindi videomaker e regista, collabora con Fiorello. Scopre con successo le opportunità del video editing applicato alle performance dal vivo. Ma è grazie alla Mou Factory che si accendono i riflettori sul video mapping,

Quali sono i primi passi da compiere in un progetto di video mapping?
Il primo passo è quello di rendere la superficie invisibile ricostruendola completamente in 3D e poi negandola, tramite opportune distorsioni. Bisogna essere molto precisi e non sbagliare il modello. Per fare questo si possono usare delle fotografie architettoniche che
raddrizzano la prospettiva oppure scansionare l’ambiente in maniera tridimensionale. Si inizia quindi a giocare con le forme, riempire e
svuotare gli spazi. Nel progetto che ha realizzato nel 2012 per Estée Lauder, per la lotta al cancro al seno, aveva come superficie il British Museum e come elementi il rosa, il fiocco e la peonia.

Superficie reale e virtuale, come dipingere il confine?
La mia sfida quotidiana è cancellare il confine fra superficie reale e virtuale, sfumare i bordi fra quello che accade e quello che viene percepito. Cent’anni dopo, le regole fissate dalle mezzetinte di Escher per illudere l’occhio sono ancora valide: elementi reali come scale, architetture o elementi geometrici che diventano mondi impossibili in cui lo sguardo si arrende all’impossibile, sovvertendolo in virtuale. Il concetto di Architectural dressing di Pasquale Direse evidenzia sempre di più il tentativo profondo di ‘rivestire la città’.

Siamo a una cena di gala, che vestito indossano il Colosseo e il Jockey Club Innovation Tower di Hong Kong di Zaha Hadid?
I chiaroscuri sono gli abiti tailor made delle architetture: i serrati e concatenati contrasti luce/ombra di archi e volte del Colosseo, o le alternanze di bianco e nero senza soluzione di continuità definite dalle linee fluide della Innovation Tower, rendono nuda la struttura architettonica e, allo stesso momento, vestita di tutto punto per una gran soirée.

Meglio mascherare o smascherare il reale?
Perché non costruire la realtà? Mattone su mattone, pixel su pixel, quello che disegno per i vostri occhi è reale ma la luce sa trasformare la realtà velocemente, a 299.792.458 metri al secondo.

In passato si costruivano scenografie urbane che restavano, oggi siamo nell’epoca dell’effimero… cosa resta del video mapping?
YouTube: un video resiste al guano dei piccioni, alle intemperie, all’incuria delle amministrazioni comunali. Non siamo un’epoca fragile, la
nostra immortalità ha solo un’altra unità di misura.

A chi s’ispira, se si ispira a qualcuno?
Nei progetti in cui sono libero di mettere in scena la mia visione, mi piace citare le geometrie organiche in bianco e nero di Franco Grignani e incastri e sovrapposizioni di colori di Fortunato Depero.

Ci sono immagini che non sono fatte per la luce?
Ho passato notti intere a trovare un modo per illuminare le ombre, mischiare le carte del nero e ogni volta arrivano l’alba e una soluzione:
There is a crack in everything / That’s how the light gets in (Leonard Cohen, Anthem).

Il cinema è la scrittura moderna in cui l’inchiostro è la luce, che storia le piacerebbe proiettare?
Il cinema è un altro linguaggio, quando proietti amplifichi la realtà, il video mapping è come una performance con una durata di massimo
5 minuti. Tante produzioni teatrali hanno usato il mapping a supporto delle storie. Credo che la tecnologia sia schiava della storia ma che una storia non abbia necessità del video mapping per essere rappresentata.

Se dico ombra…
Fiat lux!

Ha paura del buio?
Esiste davvero il buio? Non ne ho ricordo. Il buio urbano totale dei black out, momentaneo ed istantaneo, di certo, è un evento meraviglioso che, in qualche modo, avvicina le persone, come un improvviso, gratuito carnevale. Ad ogni mapping richiediamo che i lampioni, le insegne, i neon siano spenti. L’operazione, che richiede lunghe pianificazioni e permessi, trasforma profondamente la forma del reale.

Che emozioni prova davanti alle sue performance?
Osservare le reazioni del pubblico è ogni volta la parte più eccitante delle mie installazioni video perché è la cartina al tornasole di quanto
è efficace quello che ho progettato: suggestionare con un certo ritmo, anticipare un battito di ciglia, sorprendere cambiando il passo.
“Quello che mi interessa è la profonda relazione che esiste tra superficie concreta e ciò che ne è nascosto in ogni ombra.”

Talking about Surveillance on Papercut Magazine.
Full digital copy of Papercut Magazine, Surveillance.
Full interview on Medium.

Papercut: What are your thoughts about surveillance and privacy? Sharing on social media, tracking, etc.?

Gasta: I’ve always been an internet enthusiast and an early adopter of social networks. Coming from my experience in newsgroups, bbs, forums, I truly believed in the power of sharing, of coming together, to do something better. And to be fair, we did it. I met incredible people, I learned [how to use] software online, found a job.

But, then, something happened. The whole idea of sharing, now, seems to be deeply poisoned. Everything we do online is tracked and sold to unknown third parties that, we have seen in recent present, are going to use it against us.

The idea itself of privacy is now radically different from what it was just 10 years ago. Going offline is not just hard. With the internet of things, especially if you live in a city like London, going offline is impossible. There will always be a camera shooting us, someone taking a picture where we are the background. And with more and more face recognition software, we really are tracked every minute.

But it doesn’t really matter, since we let Facebook long ago look into our secrets and sell them. Our freedom exchanged for a bunch of likes. And that’s completely fine for us.

Stranded has been selected at Cheap Festival in Bologna, Italy. They printed three artworks and pasted them on the walls.