I colloqui

Sono atterrato di domenica, a Heathrow, che era il mio aeroporto preferito. Ho preso una stanza nel solito hotel bruttino che più di una volta mi ha ospitato, anche da solo. Così era un po’ come tornare a casa, ecco. Sono andato a bere una (o più) birre al Victoria, posto fisso da quattro anni, ormai. Il giorno dopo iniziavano i colloqui.
Il primo colloquio di lunedì era da Darkroom, alle 11. Non volevo arrivare in ritardo, quindi sono arrivato con due ore e mezza di anticipo. Sono rimasto ad aspettare su una panchina, ma faceva troppo freddo, allora sono andato a fare una passeggiata, ma faceva troppo freddo, allora volevo andare a bere qualcosa, ma era tutto chiuso e nel mentre tentavo di trovare un piano B al mio arrivo estremamente fuori orario, arrivò l’orario per il colloquio.

Entro e i due proprietari mi salutano e, già pronti via, non capisco un cazzo.
Sono neo zelandesi e, mi dico, forse è perché sono neo zelandesi che non capisco un cazzo.
Però mi fanno sedere e mi chiede di caricare il mio showreel. Solo che mi tremano le mani e sbaglio tre volte a scrivere vimoe, miveo, vimeo.
Guardiamo il mio showreel, mi racconta del loro studio e mi chiede cosa vorrei fare. Il che mi lascia abbastanza interdetto: tu mi chiedi cosa vorrei? Così gli dico che mi piacerebbe trasferirmi a Londra al più presto, che mi sento pronto. Probabilmente non il modo migliore per iniziare.
Ma sono gentili e insomma, dopo quasi un’ora esco e sono galvanizzato.
L’emozione di fare un colloquio del genere è irripetibile davvero.

Telefono a casa, telefono ad amici, telefono a chiunque mi risponda che devo raccontare quello che succede, mentre cammino verso il successivo colloquio, previsto alle 13.
Faccio il regent’s canal, ma allora non sapevo neanche che fosse il regent’s canal e che fosse così meraviglioso. Che, di nuovo, avevo paura di arrivare in ritardo.
Invece in 20 minuti sono di fronte alla porta, con 2 ore di anticipo. Come al solito.

Da Seeper il colloquio non è proprio andato bene. Perché mi dicono che insomma, il mondo del 3d è talmente vasto e devo specializzarmi in qualcosa di preciso. E invece io so fare tutto e, forse, lo so fare non abbastanza bene per loro. Dicono.
E amen, finisce presto e poi ho il giorno libero.
Cammino verso Liverpool Street, incredulo. Mi guardo attorno, riconosco Shoreditch High Street e ad ogni passo mi sembra di respirare meglio.

I giorno successivi sono simili a questo. Ma ogni volta le emozioni si sono moltiplicate.

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